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ALIMENTAZIONE VEGETARIANA OPPURE ONNIVORA

 

VEGETARIANO PER SCELTA ETICA

 

 

GLI ORRORI DELL'INDUSTRIA CARNEA

IL VERO COSTO DELLA CARNE

In Italia vengono macellati ogni anno 627.256.000 animali di cui 5.067.000 bovini, 12.258.000 suini, 9.655.000 ovini e caprini, 257.000 equini, ca. 600 milioni di polli, conigli e altri volatili (Fonte ISTAT 1995).

Spazi ridottissimi, continue violenze e costrizioni, ritmi biologici stravolti, cibo incompatibile rispetto alle reali necessità; e poi trasporti per giorni interi in mezzo agli escrementi, quasi al buio, dentro gabbie di legno soffocanti, al gelo, in condizioni degne dei peggiori lager. Una morte sempre atroce, a volte addirittura senza stordimento preventivo. Questo succede ogni giorno agli animali sfruttati negli allevamenti intensivi (che in Italia rappresentano il 95%).

 

NOI SIAMO CIO' CHE MANGIAMO

Se l'animale vive male, la carne non fa bene; mucche, ovini e pollame vivono tutti stressati e ammalati Le informazioni tutt'altro che appetibili riportate di seguito, su ciò che passa per "cibo" adatto all'alimentazione umana, secondo gli "specialisti" della nutrizione, sono un primo contributo a un dibattito divenuto urgente.

Mucche da latte: vita media all'aria aperta, anni 20. Vita in batteria, 5-6 anni. Lo sfruttamento intensivo per la produzione di latte e di vitelli fa si che solo il 25% degli animali raggiunga l'età di 7 anni, quando fisiologicamente la produzione lattiera dovrebbe essere più ricca. Dieta naturale: erba da pascolo. Dieta industriale: erbaggi, spazzatura e rifiuti non solidi tritati, letame, erbaggi cementati, feci animali, residui intestinali della macellazione (sotto forma di farine animali, quelle rese famose a causa del fenomeno definito "Mucca Pazza").

Rudolf Steiner, grande studioso delle scienze sociali, filosofo, educatore, mistico dell'inizio del XX secolo così si espresse: "Quando si dà alla mucca nutrimento a base di carne di altro animale entro breve tempo la mucca mostra segni di squilibrio e poi impazzisce…" (1925!!!).

Comportamento: nervosismo dovuto a mancanza di moto e impossibilità di ruminare, mastiti e affezioni mammellari, impossibilità di allattamento dei vitelli a causa della produzione lattiera industriale.

Vitelli: vita all'aria aperta, anni 20. Vita in batteria 3-16 settimane! Dieta naturale: erba da pascolo e latte. Dieta industriale: l'alimentazione, solo a base di latte, produce carni da macellazione più bianche e più tenere ma determina anemia, carenza di ferro e sostanze essenziali.

Comportamento: nervosismo per mancanza di spazio; per reazione alla dieta monotona gli animali tendono a inghiottire il pelo e leccano in continuazione l'interno degli angusti contenitori in legno in cui devono vivere.

Ovini: vita all'aria aperta, anni 12. Vita industriale per la macellazione da 3 mesi in poi. Dieta naturale: erba da pascolo. Dieta industriale: identica, ma con l'aggiunta di ormoni e altre sostanze per migliorare il rendimento portandolo a 3 gravidanze nell'arco di 2 anni.

Pollame: vita all'aria aperta 7 anni. Vita industriale per pollame alimentare 6 settimane, in penombra e senza spazio. I pulcini maschi, essendo la loro carne di qualità inadatta all'alimentazione umana, a un giorno dalla nascita vengono distrutti mediante schiacciamento e "riciclati"! Dieta naturale: granaglie, vermi, pietre e altre sostanze. Dieta industriale: preparati ad alto contenuto di grassi, antibiotici e ormoni per favorire l'aumento di peso. Comportamento: aggressività e nervosismo. In batteria, per prevenire i casi di cannibalismo, viene praticata la limatura del becco.

Suini: vita all'aria aperta, 5 anni. Vita industriale, 5-6 mesi. Dieta naturale: onnivora, con abbondanza di tuberi e radici. Dieta industriale: mediante razioni preconfezionate per incrementare il peso. Comportamento: il suino, che in condizioni naturali circola liberamente, è assai pulito e per l'allevamento della prole si costruisce una "casa" ben protetta a un metro di altezza dal terreno, allevato in batteria diventa apatico o aggressivo. La sporcizia che non gli è naturale (fango ed escrementi) e la mancanza di moto dà luogo a depressione o a casi di cannibalismo.

 

VEGETARISMO TRA FILOSOFIA, ETICA E MORALE

Il termine "Vegetarismo" deriva da "Vegetus", che significa sano.

Le sue radici risalgono agli insegnamenti del Buddha e di Pitagora, cinque secoli avanti Cristo, una dottrina antica ben lontana dall'essere un fenomeno di recente comparsa, sostenuta dalla saggezza e dall'acume di filosofi come Plutarco, Epicuro, Platone ed altri. La storia ci lascia tracce di popolazioni vegetariane in tutto il mondo (càtari, bogomili, mennoniti) e l'orientamento vegetariano caratterizza ancora oggi molte confessioni religiose (le suore cannelitane tra i cristiani cattolici; i quaccheri, gli avventisti del 7° giorno o i mormoni tra i cristiani protestanti; i sufi tra i musulmani; gli induisti, i jainisti, i buddhisti o gli hare krishna tra le religioni orientali). Un movimento di idee che non è quindi un semplice frutto di zoofilia, ecologismo o salutismo.

L'umanità ha saputo raggiungere un grado più alto di civiltà e democrazia quando eventi epocali hanno permesso di superare gli emblemi storici dell'ingiustizia e dell'intolleranza: lo sfruttamento delle classi sociali povere, delle donne, la schiavitù ed il razzismo verso i diversi colori della pelle. Ma restano ancora forti resistenze, basate sulla logica antropocentrica, che permettono all'uomo "padrone del mondo" di dominare la natura e di schiavizzare gli animali; lo sfruttamento violento e l'uccisione di animali non umani sono stati e sono modelli ed esempi deteriori che hanno prodotto brutalità e abusi nei confronti di animali umani. Non cesserà la violenza fra il genere umano fino a quando verrà riconosciuta e fermata la sofferenza quotidiana di milioni di animali innocenti che come l'uomo hanno sentimenti, intelligenza, soffrono, amano la vita e hanno terrore della morte. L'idea vegetariana accoglie e promuove un concetto di tolleranza che è valore di non-violenza, di non-sfruttamento, che demolisce qualsiasi muro ideologico, religioso, politico.

Il superamento del pensiero cartesiano, in cui gli "animali-macchine" sono vittime di qualsiasi sopruso, è il sostanziale riconoscimento che ogni essere vivente condivide un unico, universale destino. Percepire la condizione dei più deboli ci consente di rispettarli e di non considerarli potenziali vittime della nostra indifferenza, del nostro disprezzo verso la vita e verso la sofferenza altrui. Diffondere concetti di amore e solidarietà basati sul rispetto non potrà che accrescere nelle future generazioni una più ampia consapevolezza civile, morale ed etica.

Qualunque sia la ragione che porta ad intraprendere un'alimentazione vegetariana, questa scelta rappresenta culturalmente un grande e positivo cambiamento per il nostro pianeta. Diventare vegetariani vuol dire, oltre ad avere rispetto per il nostro corpo, rispettare le altre forme viventi e rifiutare concretamente l'opera dei poteri economici in grado di influenzare le nostre abitudini alimentari e le nostre coscienze.

I tentativi di screditare l'alternativa vegetariana attestano puntualmente che nessuno è più fanatico di chi, non conoscendo l'argomento, si aggrappa all'uso di arretrati luoghi comuni.

Si potrebbe qui citare centinaia di nomi illustri di vegetariani che hanno lasciato esempi e opere straordinarie nel mondo dell'arte, della cultura, dello spettacolo, della politica, dello sport. Sarebbe un'occasione perduta quella di non informarsi sui tanti "perché" che possono far cambiare in meglio il nostro comportamento alimentare e il nostro stile di vita.

VEGETARIANI STORICI

Empedocle (filosofo, medico e poeta greco: 485-423 a.C.) "È una grande vergogna spargere il sangue e divorare le belle membra di animali ai quali è stata violentemente tolta la vita".

Mohandas K. Gandhi (il Mahatma: 1869-1948) "L'uomo non è nato come animale carnivoro, bensì per vivere della frutta e della verdura che la terra gli offre".

Alphonse de Lamartine (poeta, scrittore, uomo politico francese: 1790-1869) "Una profonda pietà mista ad orrore mi prese e domandai di andarmene via [dal mattatoio N.d.R.]. L'idea di quelle scene orribili e disgustose, preliminari obbligati dei piatti di carne, che vedevo serviti a tavola, mi fece prendere in orrore l'alimentazione carnea. La differenza tra la crudeltà verso l'uomo e la crudeltà verso gli animali è una differenza di grado e non di tipo. Se applichiamo anche agli animali (come del resto ci è ordinato di fare) la legge del dovere e della compassione, contribuiamo nello stesso momento a migliorare i nostri simili. Uccidere gli animali per nutrirsi delle loro carni e del loro sangue è una delle più deplorevoli e vergognose infermità della condizione umana. Questo nutrimento contiene in sé principi irritanti e putridi che agitano il sangue e abbreviano la vita dell'uomo".

Leonardo da Vinci (pittore, scultore, architetto e grande scienziato 1452-1519) "Fin da giovane ho smesso di mangiare carne, e ritengo che verrà un tempo in cui considereremo l'uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo".

Publio Ovidio Nasone (poeta latino 43 a.C. - 17 d.C.) "La provvida terra fornisce ricchezze e miti alimenti e offre vivande senza stragi e senza sangue".

Lev Tolstoj (scrittore russo 1828-1910) "Guardate quella gentile e sensibile signora che divora i cadaveri di questi animali nella piena sicurezza del suo diritto. affermando nello stesso tempo due proposizioni contraddittorie: la prima, ch'ella è così delicata, secondo la conferma del suo medico, da non potere sostentarsi con l'esclusivo alimento vegetale e d'avere necessità della carne per il suo debole organismo; la seconda, ch'ella è così sensibile da essere incapace non solo d'infliggere sofferenze agli animali, ma anche di sopportarne la vista. In realtà. la povera signora è debole proprio perché è stata abituata a vivere di un nutrimento innaturale all'uomo; ed essa non può non causare sofferenze agli animali appunto perché li mangia".

George Bernard Shaw (scrittore irlandese 1856-1950) "Noi siamo le tombe viventi di bestie assassinate/macellate per soddisfare i nostri appetiti/ Noi giammai ci fermiamo a domandare nei nostri banchetti/ se gli animali, come gli uomini, possano in qualche modo avere dei diritti./Noi preghiamo nelle domeniche affinché possiamo avere una luce/per guidare i nostri passi sul nostro cammino./ Noi siamo nauseati dalla guerra, noi non desideriamo combattere./ Il pensiero di essa riempie ora di spavento i nostri cuori,/ eppure noi ci rimpinziamo di cadaveri./ Simili a corvi, noi viviamo e ci nutriamo di carne,/ indifferenti alla sofferenza e al dolore/ che noi così facendo causiamo: se così noi trattiamo,/ per sport o profitto, animali privi di difesa,/ come possiamo sperare in questo modo di conseguire/ la pace di cui, diciamo di essere così ansiosi?/ Noi preghiamo per essa, sopra ecatombi di massacrati,/ Dio, mentre oltraggiamo la legge morale./ Così, la crudeltà genera la sua progenie: la guerra."

Plutarco (scrittore greco 46-120) "Con quale affetto, con quale pensiero o argomento il primo tra gli uomini ardì insanguinarsi la bocca, avvicinarsi alle labbra la carne dell'animale morto, ponendosi di fronte i piatti, le vivande e il cibo di corpi uccisi, le membra che poco prima belavano, muggivano, si muovevano e vedevano? Come poterono sopportare gli occhi di scorgere l'uccisione degli animali scannati, scorticati e smembrati? E l'odorato come sopportò l'odore? E il gusto come non inorridì per la lordura delle piaghe altrui e il sangue e il marcio delle ferite mortali?"

 

 

Alimentazione Vegetariana oppure Onnivora

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